Gennaio 2015:Luisa Signorelli , La forza della semplicità: Intervista su LF Magazine  http://www.lfmagazine.it/luisa-signorelli-la-forza-della-semplicita/

 

 Novembre 2014: La danza Totale di Luisa Signorelli, intervista su Dance Hall: http://www.dancehallnews.it/notizia/143/

 

Marzo 2012: Interrvista su www.risorsedanza.com

http://www.risorsedanza.com/2012/03/ballet-ex-intervista-luisa-signorelli.html#more

 

Ballet-Ex: intervista a Luisa Signorelli


Cari amici,
ho il piacere di portare alla vostra attenzione l'intervista rilasciataci da Luisa Signorelli, Danzatrice-Coreografa direttrice della Compagnia di Danza Ballet-Ex, gruppo nato nel 2007, già vincitrice dell'International Dance Competition di Atene nel Luglio 2008 e protagonista di numerosi avvenimenti a livello nazionale. Per vedere i prossimi appuntamenti di Ballet Ex clicca quì. Ma passiamo la parola a Luisa...
  • Com'è nata l'idea di formare una compagnia al maschile?
Ho sempre desiderato avere un mio gruppo , con cui poter sviluppare un linguaggio originale e nel contempo cercare nuove strade .
Il classico ensemble misto sarebbe stato solo una ripetizione di esperienze già fatte, mentre un gruppo al maschile mi dà ogni giorno stimoli nuovi . Ballet-ex è l'unica compagnia in Italia ad avere questa caratteristica. Inoltre ritengo che la danza maschile contenga in sé la danza allo stato puro, c'è forza, energia, slancio , prodezza, violenza   ma anche delicatezza, fragilità, fremito, ardore, la bellezza e la sfida sta nel mescolare tutti questi elementi e offrire un linguaggio scevro da falsi estetismi ma reale, attuale e per questo contemporaneo.
  • Quali sono oggi i problemi riscontrati oggi per una compagnia che non ha finanziamenti propri?
Diciamo che fondare una compagnia di danza in Italia oggi è una sorta di “missione”, una scelta di vita profonda. La compagnia ha sempre bisogno di risorse per poter andare avanti e gestirsi per cui i finanziamenti dovrebbero, in via teorica, essere parte integrante di un discorso culturale del paese. Purtroppo per le compagnie che si sono formate negli ultimi anni i finanziamenti ministeriali sembrano una chimera irraggiungibile a causa dei tagli e dell'ancoraggio a certe istituzioni ormai intoccabili.
É chiaro che il non avere un riconoscimento istituzionale impedisce di entrare nei grandi circuiti che sono , salvo qualche rara e benevola eccezione, chiusi ed esclusivo appannaggio di certe realtà. Senza finanziamenti molte porte son sbarrate, da qui la necessità di reperire le risorse altrove e cercare comunque di produrre spettacoli .
  • Cosa rappresentano le tue coreografie?
Il tema centrale , il fulcro su cui fanno leva i vari spettacoli prodotti è sempre l'uomo e la sua ricerca di identità profonda. L'ultimo lavoro che ha debuttato l'11 marzo a Roma si intitola Password”. La Password è appunto la chiave di accesso alla nostra identità e alla nostra vita, il nostro modo di accedere a noi stessi....
  • Da dove nasce la tua ispirazione?
L'ispirazione nasce a volte dalla vita quotidiana, altre volte da una lettura della realtà e da un bisogno interiore di chiarire certi aspetti dell'esistenza. Non credo esista una via sempre uguale, viviamo immersi in una realtà così varia e molteplice, abbiamo tantissimi imput che a volte neanche cogliamo. L'ispirazione è qualcosa che abbiamo dentro e che un gesto, una parola, un avvenimento fa uscire....in quel momento bisogna avere il coraggio di liberarla perché l'arte è e deve essere libertà assoluta.
  • Quali saranno le prossime tappe per la compagnia?
Il 25 marzo saremo al Teatro Herbiera di Rubiera (Reggio emilia), il 14 aprile al Teatro Orione di Roma nell'ambito del concorso coreografico Ballet-ex, il 13 maggio al Teatro Viganò di Roma e il 5 giugno al Teatro Olimpico di Roma.
  • Che opinione hai della Danza in Italia?
Da una parte ci sono tante scuole anche di buon livello che sfornano danzatori che il mercato non può assorbire essendoci poche compagnie che possono garantire a un danzatore di vivere della propria professione. Dall'altra parte ci sono i “Talent show”, che creano falsi idoli e conferiscono arroganza e saccenza, capovolgendo il rapporto maestro – allievo. La situazione pertanto è confusa e i giovani professionisti non sanno dove andare e sentono che loro arte non è valutata , non è considerata e così anche loro dopo un po' mollano la presa. Ci vorrebbero più possibilità , più produzioni, più incentivi dati a chi ha veramente intenzione di creare e produrre, per far si che questa voglia di ballare, così italiana, così nostrana diventi un mezzo di rivalutazione della nostra vita artistica e culturale.
Parole sante Luisa!

Ringraziamo Luisa Signorelli e se volete saperne di più: http://www.balletex.com/
Per guardare il Video di Password clicca qui!

 

Maggio 2011:Intervista sulla rivista "Expression"

 

Coreografare al maschile

 

Dal 2007, Luisa Signorelli ha fondato una compagnia di soli uomini, in cui è l’unica interprete femminile: Ballet-ex. La testimonianza del ballerino Giovanni Scura.

 

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Luisa Signorelli, bolzanina di nascita, romana d’adozione, danzatrice diventata presto coreografa, ha al suo attivo una pluriennale collaborazione con importanti enti lirici italiani e il Settore Education dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Ancora oggi attenta alla didattica delle discipline coreutiche, cui ha dedicato una serie di cd e dvd per lezioni di danza, ha recentemente fondato la sua compagnia, Ballet-ex, unica in Italia perché formata esclusivamente da danzatori uomini. “Expression” l’ha incontrata con uno dei suoi danzatori, il calabrese Giovanni Scura.

Luisa Signorelli, a che età e in che contesto si è avvicinata alla danza?

È stata mia madre a iscrivermi a sei anni alla scuola di danza vicino a casa con il solo obiettivo di fare un po’ di movimento e avere una postura corretta. Del tutto casualmente sono capitata nella scuola diretta da Francesca Astaldi, una maestra con un metodo all’avanguardia per i tempi. Nessuno poteva immaginare che dietro quelle lezioni si sarebbe sviluppato il mio mondo di oggi.

Come e quando è nata poi l’esigenza di dedicarsi alla coreografia?

Sin dai tempi della scuola mi appassionavano le lezioni di composizione e improvvisazione, erano momenti di estrema libertà in cui l’espressione personale e la creatività erano più importanti della tecnica. Poco più che ventenne ho avuto l’opportunità di realizzare le coreografie per un festival di musica classica: così mi sono accorta che creare è altrettanto entusiasmante che ballare, ma forse più appagante in quanto si dà forma e vita a qualcosa di assolutamente unico e personale.

Nel suo curriculum artistico ci sono le coreografie di numerose opere liriche, per il Rome Festival e non solo. Quali sono le caratteristiche di una coreografia inserita in un’opera lirica? Quali aspetti bisogna privilegiare?

Quando si lavora in un’opera lirica bisogna rispettare le volontà del regista, del compositore e le necessità della partitura musicale, per cui il lavoro è inglobato in un contesto dal quale non si può e non si deve prescindere. Se da una parte ci sono dei limiti, dall’altra la sfida è creare qualcosa che ben si amalgami con lo spettacolo ma che nello stesso tempo risulti originale, personale e non un semplice riempitivo.

Nel 2007 ha dato vita alla compagnia Ballet-ex, di cui è direttrice artistica, coreografa e unica interprete femminile. Innanzitutto, perché ha scelto questo nome per la sua compagnia e quali pensa siano i pregi di un ensemble tutto al maschile? Riscontra alcune differenze nel suo modo di coreografare, nel suo stile, quando lavora esclusivamente con dei danzatori o con un gruppo misto?

Ballet-ex ha in sé un significato ben preciso, è “balletto” ma anche “experimentum” ed “esplorazione”: pur essendo la danza classica il motore, il cardine dello stile della compagnia, nel lavoro si sviluppano nuove forme espressive. La danza maschile mi ha sempre appassionata, adoro lo slancio e il senso di rischio della tecnica maschile, l’energia e la virilità, ma nello stesso tempo ne avverto la fragilità e la delicatezza: è questo melange di emozioni che mi affascina e che mi porta a creare coreografie al maschile. È come se nella danza maschile ritrovassi tutti gli elementi di una danza pura, senza limitazioni, e ciò mi dà molto stimolo creativo e un senso di originalità. L’ensemble misto è altrettanto bello, ma mi sembrerebbe di lavorare su binari già percorsi, con il rischio di cadere nella banalità.

Seppur giovane, la compagnia vanta importanti partecipazioni (concorso “Danz’è” al Festival Oriente-Occidente di Rovereto, Danza in Fiera, Circuito Danza del Trentino, Sergei Diaghilev Competition of Choreographic Art in Polonia) e la vittoria all’International Dance Competition di Atene. A suo parere, ci sono oggi in Italia le opportunità per artisti e compagnie emergenti che vogliano farsi conoscere al grande pubblico?

Creare una compagnia oggi in Italia è un atto di coraggio e un impegno artistico e sociale profondo. Le difficoltà sono enormi da un punto di vista economico e di mercato, considerando che gli enti pubblici che dovrebbero finanziare le nuove iniziative sono assolutamente indifferenti alle nostre necessità. Ciò che si vede in televisione poi non fa altro che creare falsi idoli e distorcere la visione, confondendo il lavoro artistico con il facile intrattenimento di qualche serata. Stando così le cose, la gestione di una compagnia è un impegno che si può affrontare solo se ne avverte l’urgenza, la necessità, diciamo pure la “vocazione”.

Giovanni Scura, come è entrato a far parte della compagnia Ballet-ex e cosa riceve da questa esperienza?

Nel mondo della danza contano la casualità e, ovviamente, la professionalità. Ho incontrato Luisa per caso nel 2008, durante una lezione, a seguito della quale – e qui entra in gioco la professionalità – lei mi ha proposto un provino per entrare in compagnia. Da quel giorno è cominciato un viaggio che è un vivace scambio professionale ed emotivo, fatto di traguardi raggiunti e da raggiungere, con tenacia, studio e fatica. È un’intensa soddisfazione sia per Luisa, che crea le coreografie, sia per noi danzatori, che con i nostri corpi diamo concretezza al suo linguaggio coreografico.

Luisa, come nasce l’ispirazione per le sue coreografie e in particolare per l’ultima creazione, “Random-Guerrieri Erranti”?

“Random” fa parte della trilogia “Life” che sto componendo dallo scorso anno: la prima parte, “Blue”, è del marzo 2010; la seconda, appunto “Random -Guerrieri Erranti”, è del novembre 2010 mentre alla terza e ultima, “Exit”, sto attualmente lavorando. Alla base c’è un’idea ben precisa: l’uomo contemporaneo come guerriero errante della vita, ma allo stesso tempo spiazzato dalla realtà e in questo senso “randomico”, casuale. Sulla scia dell’idea portante scelgo con molta cura le musiche, dopodiché comincio il lavoro con i danzatori. Ho la fortuna di lavorare con ragazzi ricchi di talento e forza interiore, è così che si crea l’osmosi indispensabile alla creazione coreografica.

Giovanni, a quale coreografia del repertorio di questa compagnia è più affezionato?

Tutte le produzioni finora messe in scena mi hanno segnato positivamente e contribuiscono ad accrescere il mio bagaglio di esperienze. Tuttavia, “Blue” rimane ancora oggi il pezzo a cui sono più affezionato perché lo trovo più interessante per il tessuto musicale e coreografico: è un dipinto di corpi che si intrecciano in modo delicato e intimo, ricongiungendosi in un equilibrio di forme e suoni.

Luisa, lei è sia interprete che coreografa: quale ruolo predilige?

Danzare è meraviglioso e dà momenti di estasi assoluta; tuttavia, la creazione esercita su di me un fascino predominante perché porta alla luce quanto di più profondo e misterioso è nel mio essere, è una fonte inesauribile di scoperta, un ponte verso l’infinito.

Dedicarsi alla danza è estremamente affascinante, ma anche estremamente faticoso, ancor più quando lo si fa a livello professionale. A lei cosa ha dato e cosa ha tolto la danza?

Oggi posso affermare che la danza mi ha dato un’identità e questo è un dono unico. Pur dedicandomi interamente al mio lavoro, non penso di essere stata privata di qualcosa, ma anzi arricchita di molto.

Quali sono gli impegni della compagnia per i prossimi mesi?

Al momento sto completando la trilogia “Life” con il lavoro “Exit”. Ci esibiremo a marzo sia in Emilia Romagna che a Roma dove, inoltre, la compagnia parteciperà al gala della seconda edizione del concorso coreografico “Ballet-ex” ad aprile edalla rassegna “Divertiamoci con l’arte” a maggio.

Giovanni, un suo sogno nel cassetto…

Svegliarmi tutte le mattine e trovare un mondo in cui poter svolgere al meglio e serenamente la mia professione, a partire dal training quotidiano fino alle esibizioni in palcoscenico. Un mondo in cui, a differenza di oggi, società e istituzioni diano la giusta posizione, la giusta stima alla danza, che mi piacerebbe fosse sempre sotto i riflettori.

 

 

 

 

Ottobre 2010:Incontro con la ballerina Coreografa Luisa Signorelli Direttrice della Compagnia Ballet-ex di Cristian Pedrazzini di www.spettacolonews.it

http://www.spettacolinews.it/incontro-con-la-ballerina-coreografa-luisa-signorelli--DS0A2334.html

Lei e la danza, un binomio inscindibile, un amore per quest’arte, che non si spegne mai, anzi cresce sempre di più! Tutto questo è Luisa Signorelli ballerina, coreografa e direttrice della Compagnia Ballet-ex.

Come e quando è nata la compagnia?
ho sempre desiderato avere una mia compagnia che rispecchiasse la mia idea di danza, l’idea di Ballet-ex è nata progressivamente negli anni, attraverso sperimentazioni e tentativi, passando per successi ma anche per errori, per poi concretizzarsi veramente nel 2007 anno in cui il gruppo ha preso l’attuale fisionomia

Quali sono i requisiti per poter entrare a farne parte?
Prediligo la danza al maschile quindi la mia attenzione cade su danzatori uomini. Ai danzatori  non richiedo  solo di eseguire i movimenti al massimo delle proprie capacità ma anche di vivere veramente ciò che fanno,  di dare un senso a ogni movimento, la tecnica è importante ma diventa inutile senza una sensibilità artistica che la guidi

Ci presenta i componenti?
Il gruppo varia a seconda delle creazioni e delle esigenze, ci sono però degli artisti che lavorano con me in modo più stabile,  contribuendo allo sviluppo di uno stile ben preciso:
Simone Vacante: interprete prediletto di tante creazioni, dal fisico scultoreo e dotato di grande sensibilità artistica
Giovanni Scura, danzatore poliedrico, spiccata personalità e movimento felino
Valerio Moro,  danzatore dotato di piglio virtuosistico e atletico
Inoltre il 13 ottobre al teatro Greco di Roma saranno presenti:
David Samà, da poco nel gruppo ma già ben inserito, si distingue per la sua tecnica sicura e agile
Pietro Pelliccia, di ritorno dopo un anno passato negli  stati uniti, danzatore virtuoso ma nello stesso tempo sensibile e maturo artisticamente
E il giovane Nicola Palmas, recente acquisto

Vedendo i vostri lavori, il livello professionale è molto alto, quanta formazione e impegno richiede ai componenti del gruppo?
Partendo da un’imprescindibile base classica che permette la completa padronanza e coordinazione del corpo e che dà il senso delle linee e la pulizia del movimento il danzatore deve anche essere capace di rendere il movimento moderno, scevro cioè da estetismi e rigidità e capace  di trasmettere un senso di libertà e verità. C’è poi una dose di atleticità che è richiesta, in quanto molti passaggi prevedono prese e movimenti acrobatici pertanto i danzatori devono anche avere queste qualità oltre ad una buona resistenza fisica.

Quali gli obiettivi immediati e futuri della compagnia?
L’obiettivo è quello di creare dei lavori che possano avvicinare ed entusiasmare il pubblico attraverso un linguaggio raffinato ma nello stesso tempo comprensibile e alla portata anche dei non addetti ai lavori. Il pubblico deve riconoscersi e sentirsi coinvolto in ciò che vede, in tal senso vogliamo definirci moderni e attuali. La sfida del futuro è che il filo  sottile che ci lega al pubblico possa rafforzarsi  e diventare veramente un ponte di scambio attraverso cui far transitare danza, musica, letteratura , pittura, insomma l’arte a 360 gradi.

 

Quale il futuro della Danza in Italia
Viviamo un momento veramente difficile in cui la tendenza al facile successo, all’esibizionismo fine a se stesso, al lucro stanno veramente minando l’arte. Se riusciremo a liberarci dai falsi idoli e dalle logiche di potere allora la danza potrà veramente tornare ad essere un veicolo di comunicazione autentica

Data la sua esperienza quali consigli darebbe ad un giovane che intenda percorrere la carriera di ballerino?
Innanzitutto di studiare e prepararsi al meglio perché la concorrenza è veramente  tanta e il livello generale è buono e poi di accostarsi a quest’arte con molta umiltà, di essere sempre pronto a imparare, di non considerarsi mai “arrivato”, solo così la passione lo porterà lontano

Cosa pensa dei talent- show che, in tv lanciano in brevissimo tempo promesse della danza?
Sono programmi che invertono il ruolo insegnante - allievo, dove viene premiato l’esibizionismo fine a se stesso e trasmettono un messaggio completamente sbagliato. Fanno parte di una decadenza in cui versa la nostra televisione e la nostra cultura e da cui, come accennavo, dobbiamo risollevarci

Come si vede tra 10 anni?
Con tanta esperienza in più ma sempre con tanta voglia di fare e imparare, i prossimi 10 anni rappresentano un appuntamento importante su cui si gioca il futuro culturale del nostro paese, spero di poter dare il mio contributo attraverso Ballet-ex

Quale lo spettacolo che più le è rimasto nel cuore?
Sicuramente gli spettacoli di Jyri Kylian, un poeta della danza più che un coreografo ma anche l’ultima creazione di Sidi Larbi Cherkaoui, creatore di un linguaggio veramente moderno.

Il 13 ottobre la compagnia Ballet-ex si esibirà al teatro Greco di Roma nell’ambito della rassegna “Che danza Vuoi ?2010” nello spettacolo Blue, le cui coreografie sono tue. Come nasce Blue?
Blue è una riflessione sui rapporti, sui sentimenti, sulle storie  interpersonali che la vita ci presenta e sull’unicità di ogni  essere umano. Come ogni mia opera  il primo tessuto su cui lavorare è stato quello musicale ma è poi la stretta collaborazione con i danzatori che ha  dato vita alla coreografia, rendendo la creazione un lavoro sui misura degli interpreti

 

Quando nasce la passione e l’avventura nel mondo della danza?
A sei anni, poichè non mi piaceva andare in piscina mia mamma mi portò al Cid diretto da Francesca Astaldi,   una buona scuola, con insegnanti preparati che subito mi diedero il senso della creatività e della libertà del movimento; più tardi vennero anni “più duri”, tanto studio, in Italia e all’estero, successi e delusioni, ma con sempre l’idea di guardare avanti. La grande passione fa scalare le montagne e raggiungere i propri obiettivi

Un saluto ai nostri lettori di SpettacoliNEWS
Un grande saluto e un grazie a tutti coloro che hanno avuto “la pazienza” di leggermi e continuate a seguire SpettacoliNEWS , un portale veramente unico!

 

 

Aprile 2009

Intervista su Città Mese - Roma

Ballando con Luisa

Domenica 26 Aprile 2009

A colloquio con la Signorelli, danzatrice, coreografa e direttrice della Compagnia Ballet-ex


Danzatrice, coreografa, direttrice della Compagnia Ballet-ex, organizzatrice, didatta, nel mondo della danza Luisa Signorelli è tutto questo e molto di più. E’ naturale che una persona così poliedrica come lei abbia molto da dire e da raccontare a noi siamo molto felici e curiosi di ascoltarla, con la speranza di carpirle qualche segreto...


Dopo il diploma all’Accademia Nazionale di Danza si è perfezionata all’estero. Quanto è stata importante questa esperienza?
Tra il 1993 e il 2000 ho trascorso regolari soggiorni di perfezionamento a New York. Per me è stata un’esperienza formativa formidabile, sia per la bravura degli insegnanti che per l’ambiente artistico stimolante in cui mi sono trovata. Poteva capitare di fare la classe con Baryshnikov o con altri artisti del suo livello e questo per me era un grande esempio. Lì c’è una mentalità molto più aperta all’arte della nostra, i danzatori italiani sono molto apprezzati e valorizzati per la loro grande capacità di comunicare al pubblico sentimenti ed emozioni. Per una breve periodo ho anche lavorato a New York in una compagnia di danza contemporanea.


Lei quando è diventata coreografa? Era un interesse che germogliava in lei già dagli anni degli studi?
Da bambina, prima di entrare in Accademia, frequentavo il Cid in via San Francesco de Sales, dove studiavo con Francesca Astaldi. Avevamo anche la lezione di composizione ed improvvisazione coreografica, che io già da allora amavo particolarmente e che mi divertiva moltissimo. Poi, molti anni dopo, ero già adulta e diplomata, ho incontrato il direttore d’orchestra Fritz Maraffi, che organizza un festival estivo di qualità un po’ discontinua, che mi propose di realizzare delle coreografie per opere ed operette con musica dal vivo. Per 16 anni ho lavorato con lui e questa è stata per me un’esperienza molto utile. Quando si realizza un balletto bisogna offrire emozioni profonde al pubblico, arrivare al cuore delle persone, farle viaggiare con la fantasia, creando della poesia. Naturalmente, per ottenere risultati soddisfacenti è necessario svolgere un lungo percorso di studio e di lavoro, che non si può improvvisare.


La fondazione della Compagnia Ballet-ex è piuttosto recente.
Inizialmente lavoravo con un gruppetto occasionale di danzatori, che si riuniva per determinate occasioni, ma, verso la fine del 2007, è diventato un gruppo stabile autosovvenzionato. Lavoro di preferenza con danzatori uomini, mi interessa molto la danza maschile, richiede tecnica, forza, virtuosismo. Ai miei ballerini richiedo una solida preparazione accademica. Infatti, nelle mie creazioni uso le posizioni aperte dei piedi, che devono essere stesi, mentre per la parte superiore del corpo uso una tecnica più moderna. Con la Compagnia abbiamo vinto il primo premio al Concorso Internazionale di Danza di Atene nel luglio 2008 – il fatto di essere stati apprezzati all’estero ci ha ovviamente fatto molto piacere – e a dicembre abbiamo svolto una lunga tournée in Trentino, che ci ha fatto conoscere anche in posto lontano dalla realtà romana.


Come si finanzia la Compagnia? Lei parlava di autofinanziamento…
I finanziamenti pubblici sembra che arrivino solo ai soliti gruppi che li ricevono ormai da oltre 30 anni, purtroppo il sistema culturale è troppo politicizzato e per una giovane compagnia come la nostra è molto difficile inserirsi in certi circuiti. Per noi ricevere sovvenzioni significa vedere il valore del nostro lavoro riconosciuto ed avere accesso a spazi, ad una diffusione maggiore e, di conseguenza, ad un pubblico più vasto. Purtroppo in Italia tutte queste possibilità non ci sono e noi dobbiamo arrangiarci. Ma l’iniziativa non ci manca. Infatti, dal 2001 abbiamo fondato Divertiamoci con l’arte, rassegna di gruppi e scuole di danza, che ha toccato numerose città del centro Italia e che ha permesso a molti studenti di danza di esibirsi insieme a professionisti. Saremo il 5 aprile a Rubiera, a maggio a Roma, il 2 al Teatro Viganò e il 7 al Teatro S. Raffaele, mentre a luglio parteciperemo al Pescara Dance Festival. Altri introiti ci arrivano dai cd di musiche per la classe di danza e soprattutto dai dvd di lezioni di danza. L’idea mi venne quando mi trovavo negli Stati Uniti, dove questi video sono molto popolari, mentre in Italia non si erano mai visti. Per girare il primo abbiamo impiegato 7 mesi, con un budget limitato e 2 persone che curavano le riprese. Nel dvd io sono l’insegnante, spiego, dimostro gli esercizi, e, come in una vera lezione, correggo, e gli allievi – tutti diplomati e professionisti – eseguono i passi. La regia è molto curata, abbiamo sempre girato in luce naturale, si vede una ripresa generale, poi ci si sofferma molto sui dettagli, una mano, un piede, un atteggiamento. I video sono indirizzati a tutti, agli allievi, che possono trovare una lezione diversa e vedere particolari di passi che altrimenti sfuggirebbero, agli insegnanti, che possono trovare spunti e suggerimenti per nuove lezioni, a chi pratica la danza amatorialmente o a chi ha studiato e poi ha smesso, per poter eseguire una lezione completa a casa propria. L’iniziativa ha avuto una grande successo, così abbiamo realizzato 4 dvd didattici, Lezioni di Danza classica, Il Passo a due, Lezioni di Punte, Tecnica Maschile. I dvd non sono in commercio, si possono acquistare per corrispondenza sui nostri sito www.luisasignorelli.it , www.danzaclassica.net .


Che cosa desidera per il futuro?
Che il coraggio e la passione che mettiamo nel nostro lavoro vengano capiti e riconosciuti anche qui, e che arrivi il nostro messaggio, spingere la gente a fare la danza come arte.

Un arrivederci a Roma a maggio, il 2 al Teatro Vigano e il 7 al Teatro S. Raffaele.
Patrizia Vallone

Per ulteriori informazioni si possono visitare i siti www.luisasignorelli.it , www.danzaclassica.net

Marzo 2009

Leggi l'intervista fatta da Francesca Sestito in occasione della manifestazione "Divertiamoci con l'arte a Rubiera

Appuntamenti / Divertiamoci danzando

di Francesca Sestito

Divertiamoci con l'arte", così si chiama la rassegna che si terrà domenica 5 aprile al Teatro Herberia di Rubiera, per dimostrare che l'arte della danza non significa solo passione, sacrificio, impegno, ma può essere accompagnata dalla voglia di confrontarsi, stare insieme in allegria, divertirsi. Diretta e organizzata dalla danzatrice e coreografa romana Luisa Signorelli, la manifestazione esordisce a Reggio per la sua tredicesima edizione, dopo aver fatto tappa in numerose città italiane.
L'idea è quella di coinvolgere giovani emergenti e appassionati di ogni genere di danza, offrire loro l'occasione di conoscersi e confrontarsi attraverso le innumerevoli sfumature del linguaggio espresso dai movimenti del corpo; infine, di condividere il palcoscenico con veri professionisti.
Ad aprire le danze del divertimento, nella kermesse del 5 aprile, sarà infatti la compagnia Ballett-ex di Roma, (diretta dalla stessa Signorelli), che nonostante la recente formazione vanta numerosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. La compagnia presenterà un lavoro inedito: un passo a tre su musica di Schubert, dal titolo "Quasi nessuno".
Si alterneranno poi sulla scena gruppi di note scuole di danza reggiane (per citarne alcune: Dryade, Atelier Coreografico, Nautilus, Vivarte) e di scuole provenienti da altre città o regioni italiane ("Choros" da Piacenza e "New fitness line" dalla Puglia). Generi differenti, livelli differenti, differenti età. Un'unica passione: quella per la danza, comune a tutti e vissuta da tutti con grande gioia ed entusiasmo.
"In un periodo in cui la danza sembra trovare l'unica possibilità di emergere nel piccolo schermo, e in cui è sempre più vista come competizione invece che come arte, credo sia importante che manifestazioni come questa possano essere molto significative" ci confida Luisa Signorelli.
"Da una parte infatti, esse aiutano a riscoprire i teatri, anche i più piccoli e preziosi, come questo di Rubiera; dall'altra incoraggiano a servirsi della danza come mezzo per crescere, stringere rapporti, aprirsi a nuove realtà."
Dopo una prima occasione di confronto costituita dallo stage di danza classica che si terrà sabato 4 aprile presso il centro Vivarte, domenica gli allievi delle scuole si esibiranno davanti al pubblico in uno spettacolo unico e molteplice in cui avranno la possibilità di raccontare quanto sia divertente la loro passione per la danza.
Divertirsi con l'arte, domenica 5 aprile Teatro Herberia, Rubiera. Inizio spettacolo ore 18.
Costo biglietto unico: 12 euro. Per info e prevendite: 3394767039
www.danzaclassica.net; www.luisasignorelli.it

 

Danza in Fiera 2009: Intervista a Luisa Signorelli

Giovani Compagnie: Ballet-ex

 


Luisa Signorelli: ballerina, coreografa e direttrice della Compagnia Ballet-ex
Intervista rilasciata il 20 febbraio 2009 a Danza in Fiera, Rassegna Contemporary on Stage.

Ricordi dall'antica Grecia. Corpi dalla grazia statuaria che prendendo vita fanno emergere l'alto profilo tecnico dei danzatori. I cinque -quattro ballerini ed una ballerina- sembrano provenire davvero dall'Olimpo. Queste le prime impressioni nate difronte alla coreografia presentata a Danza in Fiera, dalla Compagnia Ballet-ex.

Il filo conduttore della storia narrata da Luisa Signorelli è piacevole e intellegibile, dote rara nelle scelte coreografiche contemporanee che tendono spesso ad un raffinato intellettualismo o semplicemente ad un enorme nonsense.

Luisa, che si presta con grande gentilezza alla nostra intervista, ha all'attivo una lunga e prestigiosa carriera come ballerina e coreografa. Eterea interprete di Destinazioni, e direttrice della compagnia, ci racconta come nasce Ballet-ex. 

Quando nasce la Compagnia Ballet-ex?
La Compagnia nella veste attuale ha una formazione piuttosto recente, che risale all'anno 2007-2008. Nonostante ciò lo scorso luglio ha ricevuto il primo premio al International Dance Competition ad Atene. Il nostro ultimo lavoro Destinazioni che vede tra gli interpreti Pietro Pelliccia, Valerio Moro, Giovanni Scura , Simone Vacante, ha inoltre toccato diverse tappe in giro per l'Italia, tra cui la rassegna "Trentino InDanza".

Quali sono stati i criteri di formazione e quali sono gli obiettivi di questo gruppo?
La mia scelta è stata quella di lavorare mettendo in luce le qualità e le potenzialità della danza al maschile, all'interno di una cultura e storia che troppo spesso riconosce la danza come un'arte prettamente 'rosa'. La compagnia infatti ruota principalmente attorno a ballerini, dalle doti diverse ma allo stesso tempo molto ben amalgamabili. Questo mi da la possibilità di sperimentare forme coreografiche diverse, evidenziando quel merito espressivo e tecnico non sufficientemente valorizzato dal tradizionale ruolo dato al ballerino inteso come partner. Per esempio ho lavorato sul passo a due - ma anche il passo a tre-, che vede per eccellenza la consueta formazione uomo-donna, e che invece propongo eseguito anche tra soli ballerini.

Dall'alto livello tecnico e dalla perfezione fisica dei suoi ballerini si deduce una puntuale attenzione a questi aspetti. Quanto è importante oggi la preparazione e l'attitudine fisica nella carriera del danzatore?
Direi che è fondamentale. Onguno dei componenti della compagnia è diplomato in accademie istituzionali o a avuto esperienze significative in compagnie estere. La fisicità è determinante sulla scena, possedere un fisico ben lavorato e delle linee lunghe e sottili è indispensabile non solo per riuscire, ma anche per accrescere il grado di esteticità del prodotto coreografico.


Ci parli di come nasce Destinazioni. Qual'è stata la sua ispirazione e quanto l'arte le ha fatto da modello?
Il punto di partenza di questa coreografia è proprio un opera d'arte. Nello specifico mi sono ispirata alla statua in bronzo di Massimiliano Giara, che rappresenta un Ciclope Bendato. I ballerini infatti entrano i scena con il simbolico occhio ciclopico coperto, unica visione sul mondo. Per poi scoprirlo, come in un disvelamento della realtà, una scoperta, e quindi una fase successiva della propria evoluzione. Il momento successivo è rappresentato dalla lotta, come affronto di corpi, preparazione guerresca, simbolica iniziazione del giovane che diventa uomo. Poi la scoperta dell'altra metà, rappresentata dal femminile. Infine l'esplorazione della socialità da parte dell'uomo contemporaneo, che vista con occhi attenti è in realtà una fase di ritorno alla condizione originaria. L'importanza del tema mitologico a cui mi sono rivolta è da intendersi come riferimento all'archetipo maschile per eccellenza, l'uomo nella mitolgia incarna valori di eroicità, predestinazione, perfezione morale e fisica


Quanto è difficle oggi giorno emergere per una giovane compagnia come Ballet-ex?
Molto, anzi moltissimo. Avvilente per chi come noi investe ogni giorno tempo ed energie per un progetto che è sostenuto, alla fine, solo dalla passione e dalla voglia di fare. Ballet-ex è infatti impegnato in diversi progetti, per esempio nel campo della didattica della danza e della video-danza, proprio per la volontà di divulgare questa forma d'arte come prodotto di alta qualità e studio. Purtoppo dobbiamo fare quotidianamente i conti con la condizione in cui versa il sistema culturale italiano, che sembra scoraggiare anzichè premiare quelli che come noi lavorano su qualità e competenza.


Recensione a danza in fiera:
Tra i tanti interventi a Danza in Fiera quello di Ballet-ex è risultato senza dubbio di livello. Davvero non possiamo fare niente per dare una prospettiva alla danza di qualità? Meditiamo.

Ilaria Meoni - ERBA magazine

Punto Giovani Europa: http://portalegiovani.prato.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/214

Danza in Fiera 2009: Contemporary on Stage


Nella tarda mattina di venerdì si è svolto presso il Padiglione La Ronda Contemporary on Stage mini-rassegna dedicata alla danza contemporanea e alle compagnie emergenti. Le quattro performance alternatesi della durata di circa quindici minuti l'una hanno proposto messaggi, stili e livelli molto vari e per questo spunto di riflessione.

Diabasis Ballet di Maria Grazia Sulpizi con Percorsi ha proposto un lavoro coreografico incentrato su i colori, flusso continuo nella prima parte del pezzo poi scomposto in passi a due o a tre dove i 'complementari' si scontrano e incontrano.

Artemisianur Dance Project di Silvia Martiradonna, Omaggio a Edith Piaf ha reinterpretato in chiave coreo-teatrale lo spirito di Edith Piaf in una situazione onirica dove le interpreti sono insieme spettatrici e attrici, giocando con delle minuscole sediole bianche.

Ballet-ex di Luisa Signorelli con Destinazioni si distingue all'interno della rassegna con un pezzo dall'alta qualità tecnica ed espressiva, proponendo un viaggio attraverso l'evoulzione dell'uomo dalle origini mitologiche sino alla scoperta dell'identità contemporanea. Sospiro di sollievo per il futuro della danza, e caldi applausi per questa compagnia nonostante l'esiguo numero di spettatori presenti in sala.

Infine il gruppo Maitu, con Tribal White, ci propone una formula che sembra riscuotere molto successo facendo scendere in campo uno squadrone di ex-ginnaste e ginnasti scatenati in evoluzioni, salti e prodezze, risultate certo interessanti per chi dell'arte chiamata danza comprende forse poco.

Ilaria Meoni - ERBA magazine

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